Calvizie Giovanile: sintomi, effetti, cause e rimedi

Caduta di capelli nei giovani, tutto quello che c’è da sapere.

Pubblicato da  Vincenzo Masullo  il 22 Agosto 2019
Calvizie Giovanile: sintomi, effetti, cause e rimedi

La calvizie è un fenomeno che riguarda sempre più spesso anche i più giovani: dalle ultime ricerche sul campo infatti, circa un terzo della popolazione giovanile è affetta da calvizie più o meno gravi già a partire tra i 12 e i 20 anni. La ricerca rivela che a soffrire maggiormente di questo problema sono i maschi rispetto alle femmine che restano su una percentuale che non supera il 40%.

Se negli uomini infatti continua a sussistere la componente ereditaria legata al cromosoma X, nelle donne le cause maggiori che determinano la caduta dei capelli sono legate all’alopecia androgenetica femminile, alle diete drastiche, all’abuso di sigarette ed allo stress in generale.

Calvizie giovanili: sintomi ed effetti principali

In giovane età, a prescindere dal sesso, ci si può definire affetti da calvizie se si nota che il cuoio capelluto inizia a produrre un’eccessiva quantità di sebo e se, contemporaneamente, si osserva un forte assottigliamento dei capelli, i quali diventano sempre più deboli e spenti, fino a cadere e a provocare l’antiestetico diradamento che attanaglia, ad oggi, la maggior parte degli individui.

Ovviamente nei giovani maschi e nelle giovani femmine il diradamento si manifesterà in maniera diversa: nei primi, la calvizie tende a colpire in primis la zona frontale, con un arretramento graduale dell’attaccatura e successiva stempiatura; nelle donne invece si assiste più a un diradamento diffuso, soprattutto nella zona centrale della capigliatura, mentre la zona più frontale resta spesso intatta.

In ogni caso, la calvizie è una patologia che ha forti ripercussioni anche sul fattore psicologico: i soggetti affetti da diradamento iniziano inevitabilmente ad accusare il cambiamento e a risentirne, tendono a non piacersi e a non accettarsi, a sentirsi a disagio in mezzo agli altri, come se avessero perennemente qualcosa fuori posto. E nel caso degli adolescenti, il problema probabilmente può diventare anche più grave: da diverse osservazioni sul campo emerge che molti ragazzi infatti, tendono addirittura ad auto-isolarsi, a non uscire più tanto spesso, in quanto non provano più quel normale piacere di stare tra gli amici e svagarsi ma anzi, iniziano a sentirsi solo inadeguati e fuori luogo, sapendo di non essere al passo con le mode del momento che vogliono solo capigliature super folte e ciuffi che sfidino ogni forma di gravità.

Insomma, l’unica cosa che una calvizie precoce può causare in un adolescente è una forte mancanza di autostima e di sicurezza in se stessi.

Ecco perché numerosi esperti del settore si stanno adoperando per cercare soluzioni concrete, per evitare che tanti giovani non vivano a pieno la loro adolescenza e la loro giovinezza a causa della prematura perdita dei capelli.

Da cosa può essere causata una calvizie nei giovani?

Possiamo affermare che la maggior parte delle calvizie riscontrate in soggetti tra i 12 e i 20 anni di età, sia causata dall’alopecia seborroica e dall’alopecia androgenetica (ovvero quella forma di alopecia ereditaria provocata dagli ormoni androgeni). Gli androgeni sono quegli ormoni responsabili, durante la pubertà, della comparsa della maggior parte dei caratteri sessuali secondari: tra gli 11/12 anni nelle femmine e 12/13 anni nei maschi, infatti, la produzione di androgeni aumenta fortemente e dà il via a tutte quelle trasformazioni corporee tipiche del cosiddetto “sviluppo” da bambino ad adulto.

Bisogna tener presente però che non è un aumento di androgeni a provocare la perdita di capelli, bensì una particolare sensibilità di determinate zone del cuoio capelluto a tali ormoni: ciò che si eredita geneticamente è infatti proprio questa specifica sensibilità dei follicoli piliferi al DHT, il diidrotestosterone, in cui viene trasformato il testosterone attraverso l’enzima 5-alfa-reduttasi.

Testotsterone > Diidrotestosterone

La predisposizione genetica risulta alquanto fondamentale in questa problematica e può influenzare sia l’età di comparsa che la sua gravità: poiché i geni coinvolti sono diversi e vengono ereditati sia dal padre che dalla madre, è ovvio che più numerosi essi saranno, più la calvizie sarà aggressiva e precoce, anche se va precisato che l’ereditarietà più dannosa è comunque quella materna.

Altre possibili cause di una calvizie giovanile possono essere:

  • Fattori psico-fisici: ansia, tensioni emotive, stress, traumi di varia origine (ad esempio cicatrici, ustioni, radiazioni, tricotillomania)
  • Scompensi ormonali (tiroide, ipofisi, ghiandole surrenaliche, ovaie)
  • Malattie autoimmuni (come ad esempio l’alopecia areata), infezioni gravi o farmaci (ad esempio gli antitumorali)
  • Carenze o disturbi alimentari (anemia, diete troppo drastiche)
  • Cause congenite

Cosa bisogna fare se si è giovani ed affetti da calvizie?

Innanzitutto bisogna rivolgersi a uno specialista, per accertarsi della natura del problema e per cercare insieme le soluzioni più adatte. Ultimamente si sente spesso parlare di problemi di caduta dei capelli, sia nei centri specializzati che nei più comuni saloni di parrucchieri e, purtroppo ancor più frequentemente, vengono proposte soluzioni non adeguate e piuttosto inutili, anche da persone non proprio esperte del settore.

Trattandosi di potenziali pazienti in età molto giovane, è necessario, invece, fare molta attenzione durante l’elaborazione della diagnosi, per non rischiare di peggiorare uno stato d’animo già non ai massimi livelli: pertanto, è assolutamente consigliato di affidarsi a una figura professionale, un dermatologo specializzato o un tricologo per esempio, il quale sarà perfettamente in grado di riconoscere se si tratti effettivamente di calvizie, di che tipo di alopecia si tratti, ed, eventualmente, capace di capire quali siano i corretti provvedimenti da prendere. Comunque, di regola il primo test da effettuare in caso di una consistente ed eccessiva perdita di capelli anche in giovane età, è l’esame del capello (o tricotest), il quale permette, attraverso una microcamera, di visualizzare il capello con un certo ingrandimento, per valutarne lo stato di salute nonché il benessere della cute circostante.

In base ai risultati ottenuti da queste osservazioni “ravvicinate”, lo specialista è in grado di classificare la “gravità” della situazione e di proporre al giovane paziente le adeguate cure tricologiche: nei casi non troppo gravi infatti, possono risultare sufficienti anche solo dei cicli di trattamenti tricologici, rinforzanti e anticaduta, che permettono al cuoio capelluto di ritrovare il giusto equilibrio e al capello di crescere sano e forte; nei casi con una caduta in stadio più avanzato, invece, un valido aiuto può giungere dal PRP (Plasma Ricco di Piastrine), ovvero il famoso gel piastrinico, un concentrato di piastrine e fattori di crescita che, agendo sulle cellule staminali del follicolo pilifero, riattiva bulbi “dormienti” e stimola la crescita e lo sviluppo di capelli in via di miniaturizzazione.

Un’altra soluzione, forse un po’ più impegnativa ma sicuramente più definitiva nei casi di perdita irreversibile, è l’autotrapianto dei capelli: con la recente tecnica FUE è possibile trapiantare capelli appartenenti alla nuca, non soggetti all’azione del DHT perché privi di tali recettori, nelle zone più diradate che necessitano di rinfoltimento, senza alcuna cicatrice post-intervento.

Seguendo tutti i parametri che solo un chirurgo esperto del settore conosce, l’autotrapianto FUE garantisce un risultato molto naturale e assolutamente non artefatto, motivo per il quale viene considerato una soluzione ideale, per riottenere una capigliatura folta, anche in soggetti molto giovani. L’autotrapianto è assolutamente indolore, senza alcun effetto collaterale e non prevede particolari cure nel post-intervento, se non un minimo di attenzione e delicatezza per le zone interessate.

Anche questo, a nostro parere, è un fattore molto importante: il vecchio trapianto “FUT o STRIP EXTRACTION” veniva effettuato provocando una cicatrice orizzontale sulla nuca, il che poteva fortemente sconfortare un giovane paziente, tentato dal recuperare la propria originale foltezza ma, allo stesso tempo, restio a procurarsi un segno permanente così evidente. Con la tecnica FUE invece, le micro-cicatrici tendono a scomparire già nelle prime settimane dopo la seduta di intervento, e non causano alcun fastidio né particolari inestetismi.

Leggi qui le differenze tra un trapianto di capelli FUE e FUT.

Secondo la nostra esperienza, un altro aspetto considerevole che può frenare un giovane potenziale paziente interessato all’autotrapianto, è rappresentato dal costo effettivo che l’intervento stesso comporta.

A tal riguardo, nel nostro centro Masullo Medical Group, avendo molto a cuore il benessere sia fisico che psicologico dei nostri pazienti, siamo completamente aperti e disposti ad organizzare soluzioni personalizzate, appunto per permettere anche ai più giovani di poter risolvere in piena tranquillità questo fastidioso inestetismo.

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