I benefici della Vitamina E nei capelli e nel cuoio capelluto
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Tutti possono avere la forfora, analizziamo cos'è, come combatterla, e come evitare questo fastidioso problema.
La forfora è un disturbo molto frequente negli uomini in età adulta – meno in anziani, donne e bambini – che provoca quel fastidioso “effetto neve” causa di tanto disagio e imbarazzo.
Chi è affetto da questo disturbo lamenta sintomi comuni: primo fra tutti, un’intensa desquamazione del cuoio capelluto, piccole scaglie biancastre che si staccano dal cuoio capelluto perché il ricambio cellulare avviene troppo velocemente.
Questo eccessivo sfaldamento è spesso accompagnato da prurito e necessità di grattarsi, gesto che può aggravare la manifestazione e aumentare, inoltre, il rischio di infezioni.
La forfora è un disturbo non contagioso che, nella maggior parte dei casi, non richiede alcun intervento medico. Qualora però i sintomi persistessero dopo diversi trattamenti con shampoo farmaceutici, e il cuoio capelluto si presentasse arrossato e dolente, diventerebbe necessario ascoltare il parere di un dermatologo.
Se fosse confermata una diagnosi di dermatite seborroica o da contatto, lo specialista indicherebbe esami specifici per identificare le cause della dermatite.
Tutti possono avere la forfora, ma esistono fattori genetici e/o ambientali che la favoriscono: tra i primi ricordiamo l’età – negli adulti è molto più frequente –, il sesso – gli uomini sono più predisposti per ragioni ormonali e per le dimensioni maggiori delle ghiandole sebacee –, patologie neurologiche come il Parkinson e un sistema immunitario indebolito.
Vediamo insieme alcune delle cause ambientali più frequenti.
Sebbene non tutta la comunità scientifica sia concorde, il consumo eccessivo di grassi, alimenti poveri di zinco e vitamine del gruppo B e bevande alcoliche può aggravare la manifestazione.
È la responsabile della forfora “secca”, caratterizzata da squame disidratate, fini e grigiastre, accompagnate da prurito, ma senza segni particolari di irritazione cutanea. Ambienti secchi, freddo e mesi invernali, contribuiscono a generarla.
È responsabile della forfora “grassa”, caratterizzata da squame spesse, giallastre ed oleose e un cuoio capelluto altrettanto grasso. La pelle grassa è spesso causata dalla dermatite seborroica, che porta alla perdita di squame untuose non solo dal cuoio capelluto, ma anche da tutte le zone del corpo in cui sono presenti ghiandole sebacee, come sopracciglia, aree cutanee ai lati del naso e dietro le orecchie, inguine e ascelle.
Malattia infiammatoria cronica della pelle, non infettiva. Causa un accumulo di cellule di pelle morta che forma spesse scaglie argentee su aree della cute ricoperte da chiazze rossastre. Si localizza soprattutto sulle zone delle ginocchia, della regione sacrale, dei gomiti, delle mani, dei piedi e del cuoio capelluto.
Irritazione o sensibilità causate da prodotti per la cura dei capelli non idonei, come shampoo e/o cosmetici (mousse, lacche, gel, tinture, balsami ecc…), ma anche da un’eccessiva esposizione al sole.
Disturbo transitorio che insorge nei primi mesi di vita dei neonati.
Eccessiva produzione metabolica della flora normalmente presente sul cuoio capelluto. Il fungo Malassezia Furfur (detto anche Pityrosporum) vive sul cuoio capelluto della maggior parte delle persone senza creare alcun fastidio. Quando, però, le colonie di questo fungo si fanno troppo numerose a causa del sebo di cui si nutrono e che scompongono in acidi grassi irritanti, producono un aumento della proliferazione delle cellule del cuoio capelluto, con conseguente incremento del ricambio cellulare e della produzione di squame biancastre.
Infezione fungina del cuoio capelluto, chiamata anche tigna.
Condizione comune della pelle che provoca secchezza, rossore e molto prurito; anche in altri distretti del corpo (come le gambe) le squame si presentano piccole e meno oleose. Anche in questo caso il disturbo si acuisce in inverno, a causa del freddo che tende a seccare la cute.
Per la prevenzione della forfora, come per ogni altro disturbo della pelle, sarebbe bene seguire un’alimentazione il più possibile equilibrata e povera di grassi, ridurre il fumo, gli alcolici e situazioni di stress psicofisico prolungate – tutte condizioni che predispongono l’organismo agli squilibri tipici alla base della formazione della forfora.
Essendo la forfora un disturbo quasi sempre cronico, si tende a curare principalmente il sintomo, ovvero il prurito, mentre è molto più complicato combattere la causa alla base.
Per alleviare il prurito, vengono utilizzati solitamente shampoo antinfiammatori con effetto lenitivo oppure creme e lozioni a base di Zolfo o Acido Salicilico ad azione antimicotica e antibatterica.
Di norma si consiglia di lasciare in posa qualche minuto lo shampoo prima di risciacquare i capelli. In caso di prurito, bruciore e/o rossore si raccomanda di interrompere immediatamente il trattamento, mentre nel caso di risultati positivi si consiglia di valutare con il medico o con il farmacista se sia possibile usare lo shampoo come unico prodotto per l’igiene dei capelli, o se sia invece necessario alternarlo con prodotti più delicati.
Ad ogni modo è sempre bene fare riferimento ad uno specialista per individuare il trattamento più adeguato alla tipologia di capelli e di problema riscontrato; infatti, in casi particolarmente acuti e resistenti, il medico può decidere di sottoporre il paziente a trattamenti più incisivi come quelli a base di corticosteroidi.
Gli shampoo antiforfora si differenziano in base al principio attivo che contengono, i più frequenti sono:
Agente antibatterico e antifungino efficace nel ridurre la popolazione microbica furfuracea presente sul cuoio capelluto.
Rallenta la velocità di ricambio cellulare. Tuttavia, oltre all’odore tendenzialmente sgradevole, può risultare irritante.
Come il catrame di carbone, riduce la velocità di ricambio delle cellule. In più il solfato di selenio ha anche una modesta azione fungicida. Dato che questi prodotti possono decolorare i capelli, è importante rispettare sempre le indicazioni in etichetta e sciacquare abbondantemente.
Uno degli ultimi e più efficaci principi attivi utilizzati nel trattamento della forfora. È un agente antifungino ad ampio spettro, che può risultare efficace quando tutti gli altri prodotti hanno fallito. È disponibile in farmacia sotto forma di shampoo, non richiede ricetta medica ma va considerato un farmaco a tutti gli effetti. L’assorbimento sistemico è trascurabile, quindi non causa effetti collaterali significativi. Pare essere più efficace negli uomini rispetto alle donne, probabilmente perché la minore densità di capelli permette un più efficace contatto cutaneo.
Antimicotico recente simile al ketoconazolo.
Gli shampoo che contengono questo principio attivo agiscono come uno scrub del cuoio capelluto, andando ad eliminare le squame, col rischio però di seccarlo troppo. Per sicurezza, è consigliato utilizzare un balsamo idoneo al completamento del trattamento.
Molto utilizzati gli estratti di peperoncino, l’aceto di mele e gli oli essenziali di eucalipto, rosmarino, limone, salvia e ortica.
Parecchio conosciuto è anche l’olio essenziale di Tea tree, utilizzato per le sue proprietà antisettiche e antifungine. Tuttavia, non esistono moltissime informazioni a riguardo.
Oltre all’utilizzo di prodotti idonei sarebbe ugualmente sempre importante seguire dei semplici accorgimenti utili a contrastare e/o alleviare il disturbo della forfora come imparare a gestire lo stress, lavare frequentemente i capelli con prodotti delicati così da rimuovere il sebo in eccesso, seguire una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdura, moderare il consumo di alcol e alimenti grassi, ridurre l’utilizzo di cosmetici aggressivi (gel, lacche, spume) ed evitare un’eccessiva esposizione al sole, in modo da ridurre il più possibile di irritare il cuoio capelluto.
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