Classificazione ed Arretramento dell’Hairline (Uomo-Donna)

Quante e quali sono le attaccature dei capelli? Come arretra l'Hairline nel tempo?

Pubblicato da  Vincenzo Masullo  il 3 Maggio 2023
Classificazione ed Arretramento dell’Hairline (Uomo-Donna)

L’hairline, o attaccatura frontale dei capelli, rappresenta da sempre un parametro estetico molto importante, tanto da definire completamente e in maniera molto peculiare l’aspetto e lo sguardo di ogni individuo, uomo o donna che sia.

Spesso però, questo bordo o linea immaginaria frontale sembra regredire, arretrare e divenire più profonda, spostandosi gradualmente verso la zona più posteriore, e scoprendo le tempie, con annessa perdita di capelli nell’area più estrema.

L’argomento è divenuto sempre più frequente ormai, tant’è che la cosiddetta stempiatura, o arretramento dell’hairline che dir si voglia, si ritrova sempre più al centro dei maggiori dibattiti estetici.

Ma di cosa si tratta? E soprattutto, è un processo “normale” oppure no?

Facciamo un po’ di chiarezza cercando di approfondire la tematica.

Fattore Estetico

Innanzitutto dobbiamo specificare che in natura non esistono assolutamente attaccature dei capelli “standard” da tenere come riferimento o hairline identiche in soggetti differenti: anzi, ognuno di noi è caratterizzato da una sua particolare linea, più o meno avanzata, di forma e altezza differente (per esempio a V, dritta o più morbida), e sempre assolutamente irregolare, perché appunto non sono concepibili naturalmente linee frontali nette e totalmente definite.

Risulta alquanto fuorviante, perciò, paragonare la propria attaccatura a quella di un amico o di un qualunque personaggio famoso come se fosse un modello da seguire o rispetto al quale capire se si è di fronte ad una problematica o meno; discorso diverso, invece, in caso di familiari e parenti.

Anche l’aspetto ereditario e familiare, infatti, può avere la sua importanza in merito: se è vero che il genotipo, in termini di caduta dei capelli, lo si eredita esclusivamente dalla linea materna, è altrettanto vero che il fenotipo, quindi le caratteristiche morfologiche della capigliatura, possono fortemente dipendere dalla linea paterna.

Insomma, se un Alopecia Androgenetica si eredita quasi sicuramente dai parenti della mamma, un’attaccatura più alta oppure tempie meno folte e più in vista, possono essere esteticamente simili a quella del proprio papà e alla sua famiglia d’origine, senza rappresentare alcun problema di caduta di capelli.

Fattore Tempo

La stempiatura non può essere considerata un parametro costante: essa è soggetta al cambiamento e si modifica gradualmente con l’età, soprattutto negli uomini.

Consideriamo anche che l’adolescenza, quella fascia d’età che va dai 17 ai 25 anni circa, rappresenta un periodo di totale turbinio ormonale: è importante ricordare che in questa fase testosteronica così delicata, si modellano i caratteri sessuali secondari maschili (tra cui appunto l’hairline), fino al raggiungimento di una sorta di stabilità intorno ai 35 anni.

Inoltre, tra i cambiamenti causati dal tempo che passa, dobbiamo annoverare con l’aumentare dell’età anche un certo movimento delle ossa facciali con dilatazione della pelle annessa, il che comporta una conformazione più “aperta” della zona temporale delle stempiature, anche in questo non patologica.

Classificazione dell’Hairline

Per comprendere meglio come una stempiatura possa modificarsi nel tempo, soffermiamo un attimo la nostra attenzione su quella che viene definita la classificazione generale dell’attaccatura dei capelli”: essa è costituita da diversi livelli di stempiatura, in base alla forma, all’altezza e alla profondità, e spiega molto bene le differenti tipologie di hairline possibili, sia maschili che femminili.

Hairline Maschili

  • LOW HAIRLINE, attaccatura adolescenziale o giovanile, naturale pressoché integra, si presenta chiusa e bassa
  • MIDDLE HAIRLINE, l’hairline rimane naturale, con una certa proporzione rispetto alla fronte, frequente in uomini molto giovani (circa 20 anni)
  • RECEDING HAIRLINE, l’attaccatura si presenta gradualmente più alta, in chiara regressione; anche la stempiatura risulta più evidente, spesso a forma di M, tratto distintivo di una probabile Alopecia Androgenetica, per cui il consiglio è quello di coinvolgere uno specialista per diagnosticare la natura dell’arretramento e provvedere nel modo migliore.

N.B.: talvolta nella classificazione si fa riferimento anche ai COWLICK, piccole vertigini frontali che formano dei ciuffi di capelli orientati in modo diverso rispetto a quelli circostanti, e che modificano la linea dei capelli.

Hairline Femminili

  • LOW HAIRLINE, linea naturale, non troppo distante dalle sopracciglia; si presenta abbastanza bassa e in tal modo fa sembrare la fronte più stretta.
  • MIDDLE HAIRLINE, attaccatura più frequente nelle donne, situata più o meno al centro della fronte.
  • HIGH HAIRLINE, hairline situata sulla sommità della testa, spesso dominata da fattori genetici e pertanto patologica.
  • STRAIGHT LINED, di forma dritta, crea un hairline rettangolare, visibile solo in giovane età.
  • WIDOW’S PEAK, caratteristica forma a V al centro della fronte che la contraddistingue dalle altre linee; può essere ereditata geneticamente o caratteristica peculiare dell’attaccatura.
  • BELL SHAPED, l’attaccatura sembra seguire precisamente due linee simmetriche e arrotondate che conferiscono la particolare forma a campana; in questo modo la fronte appare allungata.
  • TRIANGULAR HAIRLINE, hairline triangolare a punta, solitamente centrale ma può presentarsi anche laterale.
  • RECEDING OR M-SHAPE, arretramento dell’intera attaccatura in linea retta oppure, più frequentemente, dell’esclusiva zona delle tempie, con classica conformazione a M. Da non confondere con l’Alopecia Androgenetica che, invece, nelle donne si diffonde su tutto il cuoio capelluto, salvando spesso proprio l’hairline. L’alopecia da trazione (pettinature troppo strette), la menopausa e le tinture chimiche sono la causa più frequente di questo tipo di hairline.
  • UNEVEN HAIRLINE, arretramento dell’attaccatura in maniera non simmetrica e lineare, ma anzi molto irregolare con imprecisioni e frastagliature. In realtà questo tipo di hairline è molto frequente in natura, ma nel caso delle donne può essere dovuta a pettinature troppo strette (es. coda) o alla genetica.

La classificazione appena descritta può esserci d’aiuto per sottolineare dei concetti davvero fondamentali che vorrei rimanessero ben impressi:

  • L’arretramento dell’hairline è un fenomeno del tutto naturale, fisiologico, che caratterizza ogni essere umano, sia uomo che donna, a partire da una certa età.
  • Non sempre rappresenta un problema patologico come l’Alopecia Androgenetica, molto spesso scandisce solo il tempo che passa con le varie fasi di maturazione dell’individuo oppure evidenzia abitudini sbagliate.
  • Ogni hairline è peculiare e unica, e segue un suo fisiologico (o al massimo familiare) percorso di arretramento, quindi inutile fare paragoni con persone diverse dai parenti.
  • Nonostante sia così esclusiva, è allo stesso tempo possibile definire ogni step dell’arretramento dell’hairline grazie a una classificazione generale, frutto di numerosi studi e osservazioni sul campo.

Arretramento dell’Hairline o Alopecia Androgenetica?

Osservando con un po’ di attenzione la classificazione, possiamo dedurre che il raggiungimento dello stadio di Regressione (M-shape) – a partire dal 3° stadio della Scala Norwood/Hamilton – indica sia nell’uomo che nella donna, un campanello d’allarme: fino allo stadio di High Hairline solitamente non c’è da spaventarsi, ma se la miniaturizzazione e la caduta di capelli resta ingente, e la stempiatura assume velocemente la classica forma ad M, soprattutto per gli uomini è doveroso rivolgersi ad uno specialista per definire la natura del fenomeno e inquadrare eventualmente la patologia androgenetica e la cura più adatta.

  • La differenziazione tra Alopecia Androgenetica e arretramento fisiologico dell’Hairline può avvenire solo mediante un’accurata anamnesi clinica del paziente, dalla descrizione delle sue abitudini e da un’osservazione diretta dell’area interessata: la dermatoscopia in questo senso ha compiuto passi da gigante, permettendo con una semplice visita visiva di uno specialista esperto, una diagnosi precisa e corretta dell’eventuale caduta di capelli. Solo in questo modo è possibile ipotizzare la soluzione migliore e la specifica terapia da seguire per preservare gli altri capelli indigeni.

Cure

Nel mondo dell’Estetica, ed anche nel mondo della Tricologia, il desiderio comune è sicuramente quello di fermare il tempo ed impedire l’invecchiamento, le modificazioni della pelle, il manifestarsi di tutti quei piccoli segni che ci ricordano lo scorrere inesorabile del tempo.

Sarebbe bello, in effetti, poter mantenere per tutto il corso della vita quell’hairline originaria, così giovanile, piena, evitandone l’arretramento ed evitando soprattutto di apparire più maturi.

Ma è possibile?

Purtroppo no, la natura è inarrestabile e nemmeno le scoperte scientifiche più avanzate sono in grado di modificarne totalmente o arrestarne le manifestazioni. Sicuramente, però, si può correre in tempo ai ripari, monitorando e controllando periodicamente il fenomeno dell’arretramento della linea frontale, meglio se con l’aiuto di uno specialista, fin dai primi accenni, in modo da comprenderne la natura (patologica o fisiologica) ed iniziare quanto prima una terapia per preservare il più possibile la nostra chioma, magari evitando gli spiacevoli esiti di un intervento troppo tardivo.

Nello scenario attuale le terapie più acclamate prevedono:

  • i trattamenti rigenerativi, tra tutti il più efficace è il Plasma Ricco di Piastrine, PRP, dove il potere plurivalente dei fattori di crescita può rallentare la miniaturizzazione graduale dei bulbi e la conseguente caduta. Ad oggi, tra l’altro, le piastrine e i fattori di crescita non vengono più estratti dal sangue mediante un prelievo venoso ma vengono sintetizzati direttamente in laboratorio (PRP Biomimetico), in modo da ottenere un’efficacia e una stabilità superiore. Questa nuova procedura, come quella originaria, non causa alcun effetto collaterale, in quanto i fattori sintetici mimano perfettamente l’azione di quelli ematici, senza causare alcun danno.
  • le terapie integrative, sia orali che topiche. Esistono tantissimi integratori (Serenoa Repens, biotina, amminoacidi solforati, vitamine etc.) e diversi principi attivi, alcuni in compresse, altri in lozioni cutanee (Finasteride, Minoxidil, Latanorpost, Dutasteride, Capyxil), con una certa efficacia documentata contro la caduta dei capelli.

Rivolgersi ad uno specialista e ottenere una terapia idonea e bilanciata è un ottimo passo da compiere per salvaguardare quanto più possibile i nostri capelli.

Sia il trattamento rigenerativo che le terapie, chiaramente, risultano utili e funzionali quando esiste un substrato su cui agire, quando cioè è ancora presente il capello, seppur assottigliato. Nel caso invece di un’area già glabra, è consigliabile ricorrere ad altri rimedi.

Rimedi

Ma cosa possiamo fare se l’hairline ha subito il fenomeno, seppur fisiologico, dell’arretramento e non riusciamo ad accettare la nuova immagine?

Esistono diversi rimedi per ricostruire una linea frontale più bassa e sicuramente più adatta al nostro gusto estetico:

Si tratta di una sorta di tatuaggio puntiforme, mediante pigmenti semi-permanenti, che può ricreare una certa foltezza nelle zone diradate. L’effetto riempitivo è notevole, soprattutto se la necessità è esclusivamente quella di infoltire (e non ricostruire) l’area.

Anche in questo caso bisogna affidarsi solo ad un operatore esperto, in quanto vanno seguiti diversi standard per ottimizzare il risultato e mantenerlo nel tempo. Primo fra tutti, la scelta dei pigmenti più adatti: spesso purtroppo vengono utilizzati pigmenti permanenti (quelli del tatuaggio decorativo sulla pelle per intenderci) e purtroppo si assiste dopo qualche mese ad un spettacolo tutt’altro che armonioso; i pigmenti permanenti, infatti, non sono adatti a questa tecnica, perché col tempo virano, si deformano e cambiano colore, mentre quelli semi-permanenti, che tendono a sbiadire del tutto in circa due anni, consentono di ritoccare l’area mantenendo sempre un effetto del tutto naturale.

L’autotrapianto dei capelli è un intervento chirurgico sempre più diffuso, sia tra i giovani che tra le persone più mature. Come sappiamo, prevede lo spostamento chirurgico di bulbi da una zona donatrice dove la foltezza è massima (zona occipitale) ad una zona ricevente caratterizzata da un diradamento o da una stempiatura. Trattandosi di un’operazione poco invasiva seppur molto minuziosa, non prevede grossi effetti collaterali né durante né post procedura.

L’obiettivo di base di questo tipo di intervento è ricostituire una foltezza quanto più elevata nell’area evidenziata; ad oggi, grazie all’ausilio di strumentazioni super innovative parliamo di circa 60/70 capelli per cm².

Il risultato, visibile completamente solo dopo circa 12 mesi, è molto naturale in quanto vengono rispettate tutte le angolazioni e gli orientamenti dei capelli indigeni, in modo da avere un effetto estetico molto piacevole.

L’autotrapianto può essere la scelta più concreta per modificare un hairline troppo arretrata per quello che è il proprio senso estetico, ma come dico sempre e ancor più in questo caso, bisogna rivolgersi ESCLUSIVAMENTE ad un chirurgo esperto perché purtroppo l’errore e il fallimento del trapianto fanno spesso capolino.

Un esempio tra tanti: i bulbi che vengono prelevati dalla nuca e dalle zone parietali (laterali) non sono sensibili all’azione dannosa del DHT, (Diidrotestosterone) pertanto, una volta estratti e ricollocati sull’hairline o in qualsiasi altra zona, saranno praticamente eterni, non soggetti ad alcuna caduta, mai. Perciò è molto importante rispettare dei parametri estetici ma anche e soprattutto anatomici, per far sì che la suddetta hairline risulti poi sempre naturale ed in equilibrio con la fronte, il viso e con l’espressione della persona, anche in un’età più matura.

Piccoli dettagli estetici, anatomici e tecnici rendono questo intervento tra i più minuziosi e complicati nel mondo dell’estetica, perciò attenzione massima al chirurgo al quale ci rivolgiamo.

Conclusioni

Spero di essere stato abbastanza esaustivo sulla problematica dell’hairline, da considerare fenomeno naturale o patologico, ma sempre psicologicamente gravoso. Accettare e convivere bene con la propria immagine nei nostri giorni è una prerogativa fondamentale per vivere serenamente i rapporti sociali.

Purtroppo lo stress, i ritmi di vita sempre più frenetici, l’alimentazione scorretta, e tante altre abitudini malsane, seppur non rappresentino certo la motivazione scatenante la caduta dei capelli, sicuramente amplificano il disturbo e velocizzano questi processi già destinati a manifestarsi.

L’arretramento della linea frontale è un fenomeno molto delicato che colpisce per lo più gli uomini, anche se le donne non sono certo escluse dal discorso; anche la fascia d’età è variabile, infatti attanaglia sia ragazzi più giovani, in fase di maturazione, che uomini in carriera (stress+), ed è molto importante decifrarne la natura e l’entità: avere uno specialista di riferimento è SEMPRE il primo step da seguire, importantissimo, per percorrere la giusta strada quanto prima, sia che si voglia ricorrere alle terapie sia che si pensi ad una risoluzione più concreta.

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