Tricodinia. Dolore al cuoio capelluto.

Perché a volte proviamo dolore al cuoio capelluto? Tricodinia: cos'è, cause, trattamenti e rimedi.

Pubblicato da  Vincenzo Masullo  il 31 Gennaio 2023
Tricodinia. Dolore al cuoio capelluto.

Il termine Tricodinia indica un disturbo neuropatico, cioè a carico dei nervi del sistema nervoso, che si manifesta sul cuoio capelluto, di solito sotto forma di nevralgia persistente e duratura.

Appartiene alle cosiddette “allodinie”, definite come delle percezioni di dolore a seguito di uno stimolo innocuo, che normalmente non provocherebbe alcun fastidio. Una prova di tale concetto è il fatto che in alcuni casi, il malessere può derivare anche da una semplice spazzolata ai capelli, gesto appunto del tutto inoffensivo.

La Tricodinia è un fenomeno spontaneo, abbastanza diffuso, che tra l’altro colpisce molto più spesso le donne rispetto agli uomini (rapporto 2:1, circa il doppio quindi). L’intensità e la frequenza del fastidio possono essere variabili: esso infatti può manifestarsi raramente, ripetutamente nel tempo oppure cronicizzare ed essere praticamente sempre presente. Il dolore di norma è localizzato alla base del capello, nel punto di attacco con la superficie del cuoio capelluto, e non sempre serve uno stimolo meccanico ben preciso per avvertire il malessere che può palesarsi come un bruciore, un prurito o anche un formicolio nella zona interessata.

Cause

La spiegazione clinica al meccanismo della Tricodinia è racchiusa in due anomalie cutanee:

  • una forte alterazione del range di attivazione dei nocicettori, i famosi recettori del dolore: se essi di norma trasformano, attraverso i nervi e l’intero sistema sensoriale (centrale o periferico che sia) uno stimolo “violento” in dolore percepito dal nostro corpo, in questo caso vengono attivati da una sollecitazione quasi impercettibile o addirittura nulla.
  • infiammazione, non del tutto chiara, della cute e dei follicoli piliferi ma che sicuramente facilita l’attivazione dei nocicettori

Esistono inoltre, delle con-cause, che non sono determinanti nella comparsa della Tricodinia, ma possono sicuramente aggravarne la condizione e la sintomatologia:

  • Eccessivo stress psico-fisico (traumi di varia natura, sia fisica che mentale oppure momenti particolarmente carichi di nervosismo e preoccupazioni) o disturbi psichici: stati d’animo alterati possono causare un importante abbassamento delle difese immunitarie e una produzione maggiore di radicali liberi, che uccidono le cellule dei tessuti. Nel cuoio capelluto questi processi si traducono in una perdita di capelli incontrollata, chiamata alopecia psicogena o da stress, che comporta spesso dolore e prurito, aspetti tipici della Tricodinia.
  • Telogen effluvium: nella maggior parte dei casi, la Tricodinia è legata al momento in cui il capello giunge alla fase terminale del suo ciclo vitale e tende a cadere. Se il ciclo naturale del capello è composto da tre distinte fasi – anagen (di crescita), catagen (di regressione) e telogen (di riposo) – sarà proprio in quest’ultima che il capello si distaccherà dal cuoio capelluto. Il dolore che eventualmente accompagna questo processo, certo, è sempre indicativo di un’alterazione fisiologica del cuoio capelluto, ma intanto un aspetto positivo c’è: l’ingente perdita di capelli (più di 100 al giorno e anche fino al 30% del totale) che possiamo notare abitualmente durante il lavaggio o sul cuscino al mattino, risulta assolutamente naturale e non irreversibile; costituisce infatti il cosiddetto “ricambio naturale stagionale” e prevede una ricrescita dei bulbi persi. Discorso diverso, invece, in casi di alopecia androgenetica o areata.

Patologie dermatologiche (dermatite seborroica, follicolite, Lichen Planus, ecc.).

Il cuoio capelluto ha una funzione protettiva importantissima nei confronti del cervello e della teca cranica ed è costituito da diversi strati, i più profondi dei quali sono caratterizzati da tessuto connettivo e tessuto fibroso, entrambi ricchi di collagene; lo strato più superficiale invece, la cute, è formata da epidermide e derma: mentre la prima prevede una grande percentuale di cheratina, il derma è abitato da vasi sanguigni, da ghiandole sebacee e dai bulbi piliferi.

  • Un’infiammazione del follicolo pilifero, punto in cui è situata la radice del capello, viene definita follicolite: essa può avere origine batterica o fungina, può dipendere da una predisposizione genetica (in caso di dermatite ad esempio) oppure dall’utilizzo di shampoo troppo aggressivi. In ogni caso, tale infiammazione provoca ulteriore prurito, bruciore e dolore sulla cute.
  • Le ghiandole sebacee sono fondamentali per mantenere l’equilibrio idrolipidico del cuoio capelluto e per idratare e nutrire il capello, mediante la produzione di sebo: esse sono diffuse in diverse zone del nostro corpo, ma in maniera particolare su pelle e cute, dove ogni follicolo pilifero risulta legato e connesso ad una ghiandola sebacea. Quando però la produzione di sebo diventa eccessiva, la ghiandola si infiamma e può sfociare nella cosiddetta dermatite seborroica che, oltre a provocare prurito e tricodinia sulla cute, causa forfora e perdita di capelli.
  • Lichen Planus: è una dermatosi infiammatoria cronica di derivazione immunologica che può comparire sul cuoio capelluto quando il sistema immunitario scatena un attacco ingiustificato contro le cellule della cute. Il tratto distintivo del Lichen planus al cuoio capelluto è la formazione di papule rossastre, eritema, desquamazione e cheratosi. Ebbene, anche il Lichen Planus comporta chiaramente una dolenzia abbastanza persistente del cuoio capelluto interessato, con discreta perdita di capelli.

Fenomeni di Tricodinia possono derivare anche da danni a carico del cosiddetto muscolo erettore del pelo, un piccolo muscolo collegato al follicolo pilifero, responsabile della “piloerezione” (pelle d’oca). Molto spesso tale muscolo viene infiammato quando le angolazioni naturali del capello non vengono rispettate e vengono “forzate”, per esempio in pettinature strette, code troppo “tirate”, o da pressioni persistenti sul capo tipo l’utilizzo di un casco per un tempo più o meno lungo.

Diagnosi

Per diagnosticare la Tricodinia è necessario, innanzitutto e come sempre sottolineo, rivolgersi ad un medico specializzato ed esperto del settore che possa, in base alle informazioni ricevute dal paziente, comprendere la natura della dolenzia e la cura più adatta per eliminare il fastidio.

È importante che lo specialista inizi un percorso di conoscenza con il suo assistito, che prenda in esame sì la sua anamnesi clinica, ma anche ogni altro aspetto della sua vita: le sue preoccupazioni, le sue ansie, i suoi eventuali traumi irrisolti, son tutti aspetti che, come detto in precedenza, possono aver scatenato la Tricodinia e possono averne acutizzato il dolore e la persistenza sul tessuto.

L’esame dermatologico sulla cute dolente mediante tricogramma o pull test è un mezzo molto interessante per il medico poiché permette di comprendere innanzitutto lo stato di benessere del capello e del cuoio capelluto interessato, e consente inoltre di capire se eventualmente il dolore è collegato a- oppure è aggravato da- altre problematiche (come ad esempio un telogen effluvium, un’alopecia da stress o una dermatite seborroica, un lichen planus ecc) che nell’eventualità andrebbero affrontate o comunque tamponate immediatamente.

Trattamenti e rimedi

Per curare una Tricodinia bisogna in primis ottenere una diagnosi accurata e molto attenta, in modo da individuare le componenti e le particolari cause scatenanti. Una volta superato questo scoglio, se non dovesse risolversi spontaneamente, come per fortuna a volte accade, esistono diverse modalità per sconfiggere il dolore, che ricordiamo ha natura neuropatica, che interessa cioè le terminazioni nervose del sistema nervoso (centrale o periferico) del nostro organismo.

  • Farmaci modulatori del dolore neuropatico (antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi e anticonvulsivanti); è bene precisare che tali farmaci vanno assolutamente prescritti da un medico e assunti solo ed esclusivamente secondo le sue indicazioni.
  • Corticosteroidi topici consigliati (e sembrerebbe anche efficaci) in casi di telogen effluvium, effettivamente migliorano la sensazione di nevralgia sul cuoio capelluto. Integratori per rinforzare il sistema immunitario e di conseguenza il tessuto del cuoio capelluto, integrando le carenze nutritive (spesso vengono utilizzati cistina, amminoacido base del capello e capsaicina, il principio attivo del peperoncino che invece placa il bruciore).
  • Terapia Laser: possiede una potente azione antinfiammatoria, anti edema e normalizzatrice, non solo a livello cutaneo superficiale, ma anche degli strati profondi del derma; ottimo l’effetto di riduzione di dermatiti e prurito.
  • PRP biomimetico: i fattori di crescita, che siano essi sintetici (“biomimetici”) o naturali (contenuti nelle piastrine), oltre ad interrompere il processo di miniaturizzazione del capello, mirano a tamponare fenomeni di prurito, tricodinia e conseguente caduta dei capelli, favorendo la loro stabilizzazione e successiva ricrescita.
  • Utilizzo di shampoo delicati, non aggressivi, adeguati a mantenere l’equilibrio idrolipidico del cuoio capelluto. Spesso, per mancanza di attenzione o di tempo, si tende ad usare erroneamente shampoo troppo commerciali, ricchi di agenti chimici e sostanze estremamente nocive per la cute e per il suo benessere.
  • Rimedi naturali come l’aloe vera, l’olio di calendula, di jojoba e di argan, sostanze naturalmente antiossidanti, antinfiammatorie, lenitive ed emollienti, in grado di dare immediato sollievo e, nel tempo, favorire la riduzione del fastidio e del dolore.

Consigli utili per curare una Tricodinia e alleviarne i sintomi:

Trattare il cuoio capelluto con delicatezza, evitando:

  • Gesti troppo forti e violenti, per esempio nel pettinarsi
  • Prodotti non adatti e dannosi
  • Acqua bollente o comunque troppo calda
  • Pettinature troppo strette
  • Evitare di indossare copricapi stretti e/o caschi per lungo tempo
  • Proteggere i capelli e la cute da agenti esterni nocivi (come ad esempio il cloro delle piscine, il sole d’estate, il sale marino) con prodotti specifici e naturali.
  • Mantenere uno stile di vita sano, praticando sport, dormendo almeno 7/8 ore a notte, evitando il fumo, gli alcolici e lo stress eccessivo.
  • Seguire un’alimentazione corretta e variegata, che eviti fritti, insaccati, latticini (cibi che aumentano la produzione di sebo) e prediliga pesce, carne, frutta e verdura (cibi ricchi di vitamine e proteine).
  • Praticare massaggi sul cuoio capelluto per favorire la circolazione, l’ossigenazione dei tessuti e risolvere lo stress accumulato durante una giornata.

Conclusioni

Ancora una volta, trattando un disturbo così particolare come quello della Tricodinia, abbiamo compreso, credo, quanto sia importante, anzi fondamentale, garantire in primis salute e benessere al cuoio capelluto e ai nostri capelli.

A prescindere dalle diverse cause e motivazioni scatenanti, un dolore ingiustificato al cuoio capelluto è sempre sintomo di un’alterazione tissutale esistente che va accertata, diagnosticata e curata da uno specialista che possa, nel più breve tempo possibile, porre rimedio al malessere.

Per fortuna, trattandosi di una problematica abbastanza diffusa, esistono già da tempo diversi rimedi efficaci, di diversa natura tra l’altro, ma scegliere autonomamente quale potrebbe essere la migliore da utilizzare sarebbe impossibile e controproducente.

Ecco perciò che, di nuovo, diventa imprescindibile il parere di un medico qualificato, passaggio fondamentale per tornare a godere in pieno della propria vita senza alcun dolore o fastidio persistente.

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