Calvizie Maschile

Tutto quello che c'è da sapere sulla Calvizie. Cosa è veramente, cosa non è, conseguenze fisiche e psicologiche, diagnostica, cause, e rimedi chirurgici e non.

Pubblicato da  Vincenzo Masullo  il 12 Maggio 2023
Calvizie Maschile

Oggi affrontiamo l’argomento “Calvizie”, una semplice parola che cela però tanti dubbi e perplessità che cerchiamo insieme di chiarire. 

In realtà esiste un po’ di confusione anche sulla natura stessa della parola: “calvizie”, dal latino “calvities” deriva da “calvus” e non indica il plurale di “calvizia”, termine inesistente, ma è un sostantivo femminile che semplicemente termina in –e e resta uguale sia al singolare che al plurale.

Superato questa doveroso chiarimento, dobbiamo inoltre porre l’attenzione sul fatto che la Calvizie non può essere considerata una vera e propria patologia: pur essendo talvolta molto estesa, non intacca in alcun modo il nostro organismo o la nostra salute, anche se certo causa diversi problemi estetici e di autostima, modificando sicuramente i rapporti sociali e provocando quindi non pochi disturbi psicologici. 

Cos’è la Calvizie?

La Calvizie non è definibile come una malattia bensì come una condizione caratterizzata da una perdita di capelli più o meno diffusa, che provoca un diradamento visibilmente apprezzabile in una determinata area.

I segni di una calvizie si presentano in varie forme e, soprattutto negli uomini, possono manifestarsi con un cambiamento all’attaccatura dei capelli, chiazze irregolari prive di bulbi, oppure aree particolarmente diradate

Solitamente il processo non è istantaneo ma anzi, si presenta lento e graduale e peggiora con l’aumentare dell’età del soggetto colpito: non sono pochi purtroppo gli adolescenti che lamentano molto presto un forte cambiamento della loro chioma, e ancor maggiore la quantità di uomini intorno ai 35-40 anni che nel pieno della loro vita si trovano a combattere contro questo fastidioso inestetismo, fino alla clamorosa percentuale dell’ 85% se consideriamo gli uomini intorno ai 50 anni

Le donne non sono esenti da questo discorso, anzi negli ultimi anni i numeri sono cambiati vorticosamente e purtroppo non in maniera positiva, sintomo di una problematica che tende a diffondersi ulteriormente piuttosto che regredire e sparire. 

Lo stile di vita nevrotico, stressante, iperattivo e disattento dei nostri tempi influenza l’incidenza di questa condizione, e più essa si diffonde e progredisce, più il sentiment della popolazione cambia e sposta l’asticella verso il limite: insomma è simile alla storia del cane che si morde la coda, un circolo vizioso dal quale bisogna venir fuori…ma come? 

Sicuramente, al di là delle diverse possibili cause alla base di una calvizie, seguire delle abitudini sane potrebbe rappresentare un freno importante ed inoltre sarebbe utile affidarsi ad uno specialista fin dai primi segni o dai primi dubbi. 

È vero anche che molto spesso i capelli sono oggetto di ansie anche immotivate: più volte mi si chiede di intervenire dove non esiste alcuna problematica, dove non esiste alcun reale diradamento ma è solo la natura (e un fisiologico ciclo vitale del bubo!) a fare il suo corso. 

Veder cadere dei capelli non significa necessariamente che prima o poi diventeremo calvi, anzi, spesso significa semplicemente che tutto funziona alla perfezione: il ciclo vitale di un capello, infatti, è costituito da 3 differenti fasi (anagen, catagen e telogen) che alternano momenti di crescita a momenti di stasi e infine di caduta (da qui il termine Telogen effluvium per descrivere il calo fisiologico al termine del ciclo). 

Immaginiamo se sul cuoio capelluto crescessero capelli all’infinito senza mai cadere e senza mai rigenerarsi…sarebbero tutti secchi, sciupati e…anche troppi! E di sicuro ci lamenteremo anche per quello! 

La Calvizie può essere immaginata come un percorso di cambiamento di un’area del cuoio capelluto, che prima folta di capelli, diventa gradualmente sempre più diradata: l’esito più frequente, nei soggetti maschili, è che si scoprano zone come le tempie e/o il vertex, mentre nelle donne il calo è più diffuso e generalizzato e interessa tutta la parte centrale della testa.

Spesso si tratta di cambiamenti estetici importanti, che modificano la percezione della nostra immagine sia per gli altri che per noi stessi, il che favorisce la nascita di molte paranoie e complessi. 

Da non confondere però con fasi momentanee e periodiche come il cosiddetto effluvio stagionale.

Fisiologicamente, ogni essere umano, uomo o donna che sia, tende a perdere fino a 100 capelli al giorno, soprattutto in determinate stagioni dell’anno; considerando che le nostre chiome contano fino a 100mila bulbi in totale, questo fenomeno risulta del tutto naturale, invertibile e totalmente sotto controllo, persino in autunno e in primavera, i due periodi più intensi dove si assiste ad una vero e proprio ricambio di capelli. 

Quali sono le cause della Calvizie?

C’è da dire che spesso il termine Calvizie viene utilizzato in maniera grossolana per definire in modo generalista e senza distinzioni ogni forma di diradamento, progressivo o momentaneo che sia, ma in verità le cause scatenanti alla base di tale fenomeno possono essere diverse:

  • cause ereditarie e genetiche
  • malattie autoimmuni 
  • infezioni 
  • uso di farmaci o terapie (es. chemioterapia) 
  • stress o traumi
  • post partum e allattamento
  • carenze di ferro e vitamine
  • abitudini scorrette
  • disturbi psicologici

La natura dell’origine chiaramente definisce ed influenza fortemente la comparsa della calvizie e la sua reversibilità, dettaglio che risulta alquanto fondamentale per chi la subisce.

Alcune volte la caduta dei capelli è definitiva senza possibilità di ricrescita, altre invece si assiste ad una totale rigenerazione dei bulbi interessati, sintomo di un evento assolutamente periodico, non permanente e totalmente reversibile. Quando le cause scatenanti toccano la sfera genetica ed ereditaria, si parla di Alopecia Androgenetica, un processo di miniaturizzazione e progressiva caduta di capelli, senza alcuna possibilità di recupero, spinta da una componente ormonale. Abbiamo detto però che le problematiche e soprattutto le cause alla base del disturbo sono molteplici e molto diverse tra loro. 

Quando parliamo di malattie autoimmuni che provocano la caduta di capelli ci riferiamo a varie patologie dove le cellule del sistema immunitario attaccano per errore organi del nostro corpo, e tra gli effetti collaterali si osserva anche una certa perdita di bulbi; ad esempio: 

Tiroidite di Hashimoto

Un’infiammazione cronica della tiroide, che sfocia spesso in ipotiroidismo e che purtroppo ha un’incidenza molto alta sulla popolazione mondiale; può manifestarsi in maniera molto lenta, con sintomi che variano dalla stanchezza, alla costante sensazione di freddo, diminuzione dell’appetito ed anche caduta corposa di capelli. 

Lupus eritematoso sistemico (LES), malattia cronica responsabile dell’infiammazione di organi e tessuti: in base alla violenza con la quale si manifesta, può colpire articolazioni, pelle, cellule del sangue, reni, polmoni, elementi fondamentali del sistema nervoso, cuore e altri organi. Non esiste una cura e non se ne conoscono le cause precise anche se sembra certa una correlazione tra fattori genetici, ormonali ed ambientali. A parte le eruzioni cutanee arrossate e sensibilissime alla luce solare, tipiche del Lupus, tra gli effetti palesi sono noti stati febbrili, affaticamento, stanchezza e l’immancabile caduta di capelli.

Alopecia Areata 

Se parliamo di malattie autoimmuni non possiamo tralasciare l’Alopecia Areata, dove il sistema immunitario attacca direttamente i follicoli piliferi perché inspiegabilmente li considera qualcosa di estraneo all’organismo e da combattere. Alla base della malattia vi è sempre una componente genetico-ereditaria, correlata comunque ad altri fattori esterni, primo tra i quali lo stress che sembra influenzare sia la velocità con cui le chiazze si estendono che la loro completa scomparsa. 

Ma non sono solo i problemi a carico del sistema immunitario a causare un drastico peggioramento della qualità del bulbo; esistono anche altre motivazioni alla base di una calvizie: 

  • Molte donne durante la gravidanza notano un miglioramento dello status dei capelli, ma dopo aver partorito ed anche durante l’allattamento assistono a dei cali impietosi, dovuti probabilmente al diverso carico ormonale caratteristico del periodo.
  • Abitudini errate, come tirare troppo i capelli nel pettinarli e nell’acconciarli, o code troppo strette, può causare delle stempiature profonde, soprattutto in soggetti femminili. 
  • Talvolta, alcune persone tirano volutamente i capelli, quasi strappandoli, ma purtroppo si tratta di un disturbo psicologico, la tricotillomania dalla quale ahimè è difficile guarire. 
  • Trattamenti e terapie curative, come ad esempio la chemioterapia, prevedono dei periodi di perdita quasi completa dei capelli, a causa dei farmaci utilizzati per combattere il cancro. Questa forma di calvizie per fortuna è completamente reversibile, motivo per il quale, solitamente dopo circa 6/8 mesi dalla fine delle cure, i capelli tornano a ricrescere come prima, evento sicuramente positivo per chi si è trovato a lottare contro una malattia simile.
  • Alcune infezioni del cuoio capelluto come la psoriasi o una violenta dermatite seborroica, caratterizzate entrambe dalla comparsa di croste sul cuoio capelluto, possono provocare un cospicuo diradamento di capelli. Esistono varie cure per tenere a bada la sintomatologia di queste patologie, seppur però sia impossibile guarire del tutto.
  • Forti carenze di ferro (anemia) e/o di vitamine necessarie al mantenimento dello stato di salute basilare per il nostro organismo, possono compromettere anche il benessere del bulbo, che tende inevitabilmente ad indebolirsi progressivamente fino a cadere del tutto e scoprire aree del cuoio capelluto.
  • Abbiamo già anticipato quanto lo stress possa influenzare negativamente la nostra vita (pelle, nervosismo, stanchezza) e, più nello specifico, una disfunzione legata ai capelli: non si sa ancora bene come, ma è comprovato che esso acceleri l’indebolimento dei follicoli piliferi e, soprattutto nei casi di Alopecia Areata, è una discriminante molto importante per il decorso della patologia. Seguire uno stile di vita più tranquillo e rilassato è sicuramente la scelta migliore per vivere meglio e in salute.

Quali sono i sintomi della Calvizie?

Ogni problematica rivolta alla capigliatura, come abbiamo detto, può avere origini e manifestazioni diverse ma esiste un parametro definito per capire se si è affetti o meno da Calvizie?

Sicuramente a volte è molto difficile distinguere anche tra una caduta fisiologica (Telogen effluvium o Effluvium stagionale) e un’alopecia, almeno per chi non è esperto del settore. Ripeto un concetto fondamentale: veder cadere dei capelli non significa diventare a breve calvi; esistono momenti in cui è necessario che un capello cada per far idealmente spazio a quello che nascerà per sostituirlo. 

Ma mi rendo conto che invece, e forse è anche normale, al primo bulbo sul cuscino o nel lavandino, ci si allarma. 

Certo, non esistono regole fisse per capire se si è affetti o meno da calvizie, ma se posso dare un consiglio, sarebbe il caso di controllare costantemente almeno 3 aspetti:

  • Le zone colpite dalla miniaturizzazione (assottigliamento) del bulbo e dal diradamento: sappiamo bene ad esempio che l’alopecia androgenetica diffonde in aree ben specifiche sia nell’uomo che nella donna (seppur diverse tra loro), quindi è importante capire in che modo la problematica progredisce. 
  • La velocità con la quale essa si manifesta: spesso si tratta di fenomeni molto graduali, così come lo è ad esempio un arretramento fisiologico dell’hairline con l’avanzare dell’età; sicuramente però in caso evento androgenetico il diradamento è più veloce e più consistente.
  • La familiarità, cioè la tendenza dei membri maschi della famiglia, per lo più materna. Molte questioni relative ai capelli hanno incidenza ereditaria e genetica, pertanto valutare questo aspetto può essere importante per farsi un’idea più precisa. 

Morfologicamente parlando, invece, posso affermare con certezza che il cambiamento dell’attaccatura rappresenta sicuramente il punto cruciale della questione: una graduale retrocessione dei capelli sulle tempie e sulla fronte (la classica forma ad M) per l’uomo diventa serio motivo di sconforto. 

Cambia lo sguardo, la propria immagine, e di conseguenza ne escono lesi anche l’autostima e la sicurezza nel porsi agli altri

Peggio ancora se la calvizie colpisce anche la parte superiore della testa (vertex), dettaglio che ci fa apparire più “adulti” di quello che siamo realmente. 

Anche la qualità del capello che osserviamo è una minuzia da non sottovalutare affatto: una perdita di volume o spessore delle singole ciocche di capelli, potrebbe essere un sintomo prematuro di calvizie. 

Stesso discorso se prendiamo in esame la quantità dei bulbi persi: a tal proposito voglio ricordare che ogni essere umano perde, per motivi del tutto naturali, dai 50 ai 100 capelli al giorno, perciò sarebbe il caso di preoccuparsi realmente solo se invece notiamo grandi masse di capelli cascare via.

Ultimo dettaglio da non trascurare, lo status della cute: notare se avvertiamo un ingiustificato dolore al cuoio capelluto (Tricodinia) o prurito costante, può rappresentare un parametro importante.

È chiaro che questi sono solo dei piccoli suggerimenti, utili più che altro per non avere crisi di panico immotivate, ma resta il fatto che al minimo dubbio o campanello d’allarme la scelta migliore è avvalersi dell’esperienza di un specialista che tramite diversi mezzi, oggi può diagnosticare tempestivamente e correttamente un’eventuale calvizie, e ovviamente può suggerire il percorso migliore per combatterla. 

Come prevenire la Calvizie?

A prescindere dalle cause scatenanti, esistono degli accorgimenti che possono prevenire e quantomeno rallentare gli effetti di una calvizie. Andiamo a scoprire quali sono.

Condurre uno stile di vita sano ed equilibrato

  • Alimentazione corretta e soprattutto variegata (fondamentale l’apporto giornaliero di vitamine, sali minerali, acqua – almeno 1,5 litri- omega3)
  • Tenere sotto controllo il fumo e il consumo di alcolici
  • Dormire almeno 7/8 ore ogni notte 
  • Praticare sport regolarmente 

Lenire lo stress mediante esercizio fisico e meditazione

  • Assumere regolarmente integratori multivitaminici (soprattutto nei cambi di stagione) che coprano il fabbisogno giornaliero e garantiscano al nostro organismo tutti gli elementi di cui ha bisogno.
  • Utilizzare detergenti delicati, senza parabeni e siliconi, che non aggrediscano la cute e il capello, anche nei lavaggi quotidiani. 

Come diagnosticare la Calvizie?

Per Diagnosticare la Calvizie è importante innanzitutto rivolgersi ad un Medico specialista e sottoporsi ad esami approfonditi per avere un quadro completo del proprio stato di salute. Anche la storia clinica del paziente ha una certa valenza, così come l’anamnesi familiare. La diagnosi specifica può avvenire mediante:

Tricogramma

Un esame microscopico che permette di studiare il ciclo vitale dei capelli, previo strappo di un piccolo ciuffo di bulbi.

Dermatoscopia

Permette l’osservazione diretta sulla cute di strutture microscopiche non apprezzabili alla semplice ispezione a occhio nudo.

Pull TEST

Si valuta la resistenza del capello, e la caduta indotta da tiraggio

Esami del sangue

Test che misurano i livelli di testosterone e di altri ormoni androgeni: DHT, GH, IGF-1, TSH, T3 e T4; gli esami ematici sono molto utili anche per esaminare la possibilità di determinate malattie che causano la caduta dei capelli.

In presenza di un diradamento protratto nel tempo, il consiglio sempre valido, quindi, è quello di rivolgersi al proprio medico o al dermatologo di riferimento, in modo da individuare la causa della caduta dei capelli, qualora non fosse già nota.

Rimedi per la Calvizie

Il trattamento della Calvizie è direttamente correlato alla diagnosi, tenendo in considerazione anche parametri quali l’età, il sesso e la gravità della situazione.

In molti casi, soprattutto nelle fasi iniziali, il problema è gestibile con terapie farmacologiche (es. Minoxidil per uso topico, Finasteride per uso orale) in grado di stimolare gradualmente la normale ricrescita del capello. 

Opportunamente, inoltre, è possibile associare trattamenti cosmetici appositi (come lozioni, shampoo e fiale), integratori a base di antiossidanti e vitamine, ed altre terapie locali (laser, PRP – Plasma Ricco di Piastrine ecc.)

Non meno importante è il trapianto autologo di capelli che consiste nel trasferimento di bulbi da un’area donante del capo ad un’altra calva o diradata.

Aautotrapianto di capelli con TECNICA FUE (Follicular Unit Extraction) 

è ad oggi la soluzione migliore per riacquistare una capigliatura sana e forte, con risultati duraturi nel tempo.

Tale tecnica prevede l’estrazione microchirurgica di unità follicolari singole, da una zona maggiormente folta e non soggetta all’ormone androgeno diidrotestosterone (es. nuca, petto, barba, pube) per re-impiantarle lì dove i capelli sono radi o mancano del tutto.  

Grazie alla sua enorme concretezza, la stessa tecnica viene sfruttata anche per infoltire altre zone del corpo come barba e sopracciglia.

PRP – Plasma Ricco di Piastrine 

E’ un trattamento medico che viene utilizzato a scopi terapeutici per la sua peculiare capacità di stimolare la rigenerazione tissutale. 

È un prodotto di origine ematica, più precisamente un concentrato di piastrine che sfrutta l’azione dei fattori di crescita autologhi (cioè appartenenti allo stesso paziente) ottenuti dalla centrifugazione del sangue, in seguito ad un semplice prelievo venoso.

Il PRP risulta essere un valido trattamento per contrastare l’alopecia, poiché riattiva dei meccanismi follicolari rallentati o peggio, spenti. La sua azione di rigenerazione favorisce anche la cicatrizzazione dei tessuti e stimola al massimo il metabolismo dei follicoli trapiantati.

Il trattamento prevede un ciclo di sedute, a varia cadenza temporale, al fine di indurre e mantenere una stimolazione significativa. Il PRP è indolore, veloce e poco invasivo; inoltre non ci sono rischi di infezioni o di trasmissioni patologiche perché il preparato è autologo e sterile

Plasma Ricco di Piastrine Sintetico Biomimetico

E’ una soluzione contenente un’alta concentrazione di fattori di crescita e citochine, simili ai precedenti ma prodotti direttamente in laboratorio. Questi fattori di crescita vengono anche definiti bioidentici perché sono chimicamente identici a quelli naturali derivati dalle piastrine del sangue del paziente e mimano la stessa azione. Anche in questo caso il trattamento risulta sicuro e senza alcun effetto collaterale per l’organismo. 

La Mesoterapia al cuoio capelluto. 

E’ un altro trattamento che viene utilizzato in medicina estetica e può essere una valida alternativa al PRP. 

Consiste in micro-iniezioni nello strato superficiale del derma di prodotti rivitalizzanti multivitaminici ed antiossidanti che vengono accuratamente scelti dal Medico specialista ed hanno una funzione biostimolante.

Il trattamento porta a ripristinare la funzionalità perduta del cuoio capelluto e riattivare il funzionamento dei follicoli piliferi aiutando a mantenere lo stato di salute dei capelli e stimolare la loro ricrescita.

La Mesoterapia è una procedura veloce, poco invasiva e indolore; pertanto, sempre su indicazioni del Medico curante, è possibile effettuare più sedute in un determinato arco temporale.

Carbossiterapia

La Carbossiterapia è una tecnica che consiste nella somministrazione sottocutanea di anidride carbonica allo stato gassoso ed è utile nel trattamento di tutti quei disturbi caratterizzati da alterazioni della microcircolazione. 

La somministrazione dell’anidride carbonica nel tessuto sottocutaneo avviene mediante un microago collegato tramite un tubo ad un apposito apparecchio che eroga il gas.

Naturalmente la carbossiterapia deve essere effettuata solo dal medico specializzato in materia che stabilisce la velocità con la quale l’anidride carbonica deve fuoriuscire.

Per ottenere risultati apprezzabili è necessario eseguire cicli terapeutici composti da diverse sedute

L’intervallo tra una seduta e l’altra dipende dalla risposta del paziente allo stesso trattamento; ad ogni modo, sarà compito del medico fornire indicazioni adeguate in merito.

Tricopat

Tricopat rappresenta la novità del momento in ambito tricologico, risulta essere un valido strumento per il trattamento delle patologie del cuoio capelluto (Telogen Effluvium, Alopecia Androgenetica, Alopecia Areata Incognita, Lichen Plano Pilare)

La sua tecnologia combina l’azione contemporanea dell’onda pressoria e della micro-dermoincisione controllata per ottenere così un incremento del microcircolo sanguigno e un’ossigenazione dei tessuti.

Tricopat consente di trattare ampie superfici in tempi brevi, riducendo il fastidio dovuto dalle tecniche iniettive. Inoltre la sinergia tra l’azione meccanica del Pat, l’elettroforesi e la luce del Led fanno del Tricopat una metodologia veramente interessante.

Seffihair

Il metodo Seffihair è una metodica mininvasiva utile per rinforzare i bulbi piliferi inattivi del cuoio capelluto, ovvero quelli che sono ancora vivi ma che non hanno le risorse sufficienti per far crescere un nuovo capello.

La tecnica si effettua trattando l’area dell’addome, fianchi o cosce in cui si inserisce una microcannula attraverso la quale si preleva il tessuto adiposo che è ricco di Cellule Staminali totipotenti.

Prima di effettuare le micro-iniezioni sulle zone da trattare del cuoio capelluto, il tessuto adiposo viene centrifugato per estrarre la componente liquida utile.

Anche se forse può sembrare più impegnativo, vi assicuro che anche il protocollo SEFFIHAIR è molto efficace, sicuro e soprattutto indolore perché anche in questo caso la procedura si esegue in anestesia locale.

Tricopigmentazione

La Tricopigmentazione è una tecnica di dermopigmentazione che sfrutta l’innesto di pigmenti semipermanenti per rinfoltire le zone calve del cuoio capelluto e può essere utilizzata sia nei casi di diradamento che per coprire cicatrici.

La tricopigmentazione non è una pratica medica ma estetica, in quanto non ha lo scopo di curare la calvizie ma di creare un realistico camouflage di capelli: tramite una sorte di tatuaggio puntiforme, per il quale viene utilizzato un ago e dei pigmenti specifici (differenti da quelli utilizzati dai tatuatori) si ricrea un effetto rasato molto omogeneo. 

Come per ogni trattamento estetico, volto appunto a migliorare il proprio aspetto, è fondamentale rivolgersi a una clinica specializzata, adeguata, competente e professionale, altrimenti si potrebbe rischiare un risultato poco naturale. 

Nell’ambito della Chirurgia e della Medicina estetica, più che in ogni altro forse, bisogna affidarsi esclusivamente a professionisti esperti, che possano davvero garantire, con i fatti, i risultati desiderati dal paziente.

Spero con questo approfondimento di aver chiarito un po’ di dubbi in merito alla Calvizie, ai dettagli più importanti da considerare e alle migliori strade da percorrere. 

Ogni qualvolta ne abbiate necessità, ricordate che uno specialista è sempre pronto ad accogliervi, ad ascoltarvi e ad aiutarvi nel percorso risolutivo più adatto. 

La Calvizie rappresenta una problematica molto diffusa, soprattutto in questo particolare periodo storico, contornato da enorme stress emotivo e caratterizzato da vite che scorrono a 100 all’ora. 

Prima del lavoro, prima degli impegni, prima di tutto, ricordate di avere sempre cura di voi stessi, in primis perché di certo non lo farà qualcun altro, e poi perché la salute è alla base di tutto nella vita.

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